La designer Marta Gattari nasce in un piccolo borgo medievale nel cuore delle Marche, incorniciato dalle dolci cime degli Appenini e dalla bellezza delle vallate: Sant’Angelo in Pontano (MC), un vero e proprio polittico di arte, cultura e tradizioni.

Antiche voci di contadini e artigiani risuonano ancora per le vie del centro, eco vivido di una stagione passata e pur tuttavia indimenticata.
Il Maceratese è terra ricca di tradizioni artigiane e di mestieri, sopravvissuti al reo tempo grazie alle botteghe disseminante in questo o quel borgo:
tra vicoli e piazzette infatti è ancora oggi possibile incontrare uomini e donne impegnati a mantenere vive e produttive antiche tecniche di lavorazione.

Marta Gattari la mia storia

Marta intende valorizzare le arti primitive, quanto raffinate dell’intreccio di fibre vegetali e della lavorazione delle pelli, arti che, sopravvissute alla tempesta dell’industria, si tramandano ancora oggi, e con grande orgoglio, di generazione in generazione.
Le creazioni di Marta nascono dall’incontro di forme autentiche, intatte e primordiali con la tradizione manifatturiera locale; è un matrimonio quanto mai fruttuoso, sostenuto dall’utilizzo consapevole e sostenibile di materie prime ricercate.
Midollino (fibra ricavata dalla canna d’India), pelli pregiate (italiane e sostenibili) e pietre preziose compartecipano alla creazione di borse senz’altro originali nonché sfacciatamente eleganti.

Marta_Gattari_la_mia_storia

Marta Gattari è una designer che vive e lavora nell’entroterra marchigiano dove l’arte dell’intreccio delle fibre vegetali e quella della lavorazione della pelle sono tramandate da generazioni nei piccoli laboratori artigianali.
Il suo marchio nasce da un’idea antica, un ricordo ancestrale sommerso ma presente nella memoria collettiva: il cesto di vimini che da sempre accompagna le donne, al di là delle diversità geografiche e culturali.
Le nostre antenate usavano i cesti per una pluralità di scopi: erano culle per i bambini o strumenti di lavoro; contenitori in movimento per portare fuori ciò che è dentro e dentro ciò che è fuori; ponti tra dimensioni diverse, tra la casa e la collettività, tra la famiglia e il lavoro.

In questo senso, Marta Gattari pensa alle borse come piccoli bagagli di quotidianità.